E' stata presentata a Roma l’ottava edizione del Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), 320 misure statistiche connesse a 148 indicatori dell’insieme proposto dall’Inter Agency Expert Group on SDGs delle Nazioni Unite per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030 a livello globale. Il Rapporto è realizzato dall’Istat con la collaborazione di numerosi enti del Sistema statistico nazionale ed esterni.
A distanza di dieci anni dal varo dell’Agenda 2030, i progressi verso gli SDGs non risultano nel complesso dei Paesi avanzati e in via di sviluppo all’altezza delle aspettative.
Il Report 2025 dell'ONU ha lanciato un segnale di allarme, sottolineando come, senza interventi straordinari, lo scenario più probabile nei prossimi 5 anni è il fallimento su larga scala degli SDGs. Shock esogeni, crisi pandemica, tensioni geopolitiche, spirale inflazionistica innescata dall’incremento dei prezzi dei prodotti energetici, tutti fenomeni che hanno condizionato in negativo i percorsi di avanzamento e recupero a livello globale, nazionale e territoriale, sottraendo rilevanti risorse alla promozione dello sviluppo sostenibile.
L’accordo di Siviglia sul Finanziamento allo Sviluppo Sostenibile, sottoscritto nei giorni scorsi, sebbene in maniera non vincolante, da tutti i Paesi dell’ONU a eccezione degli USA, prevede per il prossimo decennio riforme nel finanziamento allo sviluppo improntate a principi di solidarietà globale, che consentano di reindirizzare i flussi finanziari verso gli SDGs, l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima e le numerose iniziative internazionali, segnate da un pericoloso rallentamento.
L’andamento nel tempo verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia restituisce un quadro che sottolinea, nel complesso, la necessità di un’accelerazione. Nonostante una quota maggioritaria di misure risulti in miglioramento, sia nell’ultimo anno (oltre il 50%) sia nel decennio (oltre il 60%), oltre il 20% delle misure sono caratterizzate da stagnazione sia nel breve sia nel lungo periodo, e peggioramenti si evidenziano soprattutto nel breve periodo (più di una misura su quattro), ma anche nel lungo (oltre il 15% nell’arco del decennio).
Nell’ultimo anno disponibile rispetto al precedente, i Goal che registrano minori progressi, collocandosi in una situazione stabile, quando non di regressione, sono il 15 (Vita sulla terra), il 16 (Pace, giustizia e istituzioni), il 6 (Acqua) e il 5 (Parità di genere), con una percentuale di misure stabili e in peggioramento superiore al 60%, particolarmente elevata per il Goal 15 (89%) e 16 (80%). Le variazioni negative sono più frequenti nel Goal 16 e nel 3 (Salute), che contano una quota di misure in peggioramento pari, rispettivamente, al 60% e al 40%.
I Goal che raccolgono indicatori ambientali si caratterizzano invece per una maggiore inerzia, con un’incidenza di misure stabili pari a oltre i tre quarti nel Goal 15 e di oltre il 70% nel 6 (quest’ultimo in assenza di misure in peggioramento). All’opposto, nell’ultimo anno i Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), 8 (Lavoro e crescita economica) e 7 (Energia) registrano un miglioramento più marcato, con oltre i tre quarti di misure con variazione positiva, risultato leggermente superiore a quello dei Goal 4 (Istruzione), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 11 (Città sostenibili).
Nel confronto su base decennale si osserva una situazione generalmente migliore: in 14 Goal su 17, almeno il 50% delle misure registra un progresso. Si conferma la situazione di scarso dinamismo dei Goal 15 e 6. Il Goal 4, nonostante l'andamento positivo dell’ultimo anno, presenta oltre 4 misure su 10 in peggioramento. La percentuale di misure in miglioramento è invece alta per il Goal 7, il Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico), il Goal 16, il Goal 5 e il Goal 17.
Per leggere il Rapporto ISTAT SDGs 2025: LINK
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